GET OUT

GET OUT OF THIS ROOM

get out of my mind, get out of this room, di Chen Li

Get out of my mind, 
get out of this room

plastica, resina 
50x70 cm 
© Chen Li 
2009 


DETTAGLI: “Si tratta di una serie di opere ispirate al lavoro di Bruce Nauman e al suo amore per la parola. Cosa significa il lavoro di un artista, cosa vuol trasmettere? Chi guarda l’opera vuole entrare nella mente dell’artista, conoscerne il pensiero, la vita, i gusti, le intenzioni. Immedesimarsi: in una parola lo spettatore vuole tutto. Fagocitare è il verbo giusto. Tra il fruitore e l’opera può instaurarsi un rapporto di totale abbandono: uno può decidere di darsi completamente all’altro. Ecco, questo donarsi è la sincerità dell’opera. Come nell’opera di Nauman ho eliminato l’eccesso, tutto ciò che creava disturbo: colori, segni inutili, decorazioni e maschere. L’opera lascia il posto al segno singolo, forte, unico, nudo di fronte allo sguardo. Ma quell’unico segno racconta tutto.



Chen Li at Triennale Bovisa

"Get out of my mind, get out of this room"
Personale alla Triennale Bovisa "Made in China" 2009

corpo e scrittura sono tutt'uno                 
70x100 cm
foto digitale e scrittura 
© Chen Li
2009

MOSTRA
Chen Li artwork

"Get out of my mind, get out of this room"
la scrittura è il corpo             
70x100 cm
tecnica mista             
© Chen Li
2009

“Get out of my mind, get out of this room” esprime il titolo della raccolta di fotografie, mimesi rielaborata di un’opera tratta da Bruce Nauman, sulla lunga parete parallela alle opere presenti nella sala. Un gruppo di autoritratti che romanzano la proscenica corporale di questa idea, di questa espressione che abbraccia il corpo, che gli indica un luogo in cui partire e da cui allontanarsi. Indicazioni che hanno tracce di un corpo smaterializzato, nella presenza di oggetti residui, raccolti in due atolli scultorei. Un insieme di diafane scarpe e una candida camicia da notte depositata su un tavolo, su cui tracce di presenze riflessive lasciano aperti orizzonti di vita al corpo che indossava questi manufatti. Un’intensa gestualità intarsia gli oggetti, che raccontano nelle tracce della scrittura una pulsione di vita, sismografo di emozioni, ora placata nel residuo degli abiti, che abitati, ora giacciono totemici. Attimi in cui “cadono gli ultimi spaventi, e l’anima si getta all’avventura” come recitano alcune parole sulla camicia da notte, tratte da una poesia di Alda Merini di cui l’opera è omaggio. Momenti di sincerità femminile, più attenta alle piccole cose della vita. Capace di raccogliere quei sentimenti che rendono la vita unica. Istanti di autenticità del vivere, di quella immediatezza che lo sguardo femminile sa porre sulle cose dell’esistere. 

Ornella Calvetti


      Chen Li Studio di Arte calligrafica
      Italy- via Principe Tommaso 26a - 10125 Torino - e-mail: chenli-at-chenli.it




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